Free me, free me from this world….

Ci sono canzoni che non diventeranno mai un singolo. Una di queste, probabilmente, è Explorers dei Muse. Tratta da “The 2nd Law”, l’ultimo (criticatissimo) album del trio britannico, richiama sonorità del rock melodico . E’ un tributo a un po’ tutte le band di successo degli ultimi 30 anni, ci sento note dei Queen e dei Keane. Quello che mi piace di più, però, è il testo. C’è questo “Free me” in crescendo, dove Bellamy si rivolge a chi, con lui, sta iniziando un percorso difficile. Forse la persona che ama, o forse un amico/a. Stanno cercando qualcosa di nuovo, ancora da scoprire, e sono in due. Tutto questo perchè non possiamo andare da soli verso qualcosa di sconosciuto. E’ più facile smarrirsi. Non basta avere una mappa, ci vuole qualcuno che condivida con noi motivazioni e passioni. C’è poca speranza, qui, di uscirne sani e salvi. Motivo per cui chiede alla compagna di viaggio di liberarlo da questo mondo, rimediare a quell’errore che imprigionava la sua anima.

Forse ( e ripeto, forse) è quello che ci vuole dire questa canzone. Non abbiamo possibilità di scampo nella solitudine. Potremo inseguire un obiettivo  solo affidando la nostra “anima”, la nostra “liberazione” a qualcuno. Fianco a fianco, potremo andare con qualche speranza in più attraverso “A world lush and blue with rivers running wild.They’ll be re-routed South with none left for you or for me”.

fv

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