Flute o non flute? Ecco come bere lo spumante.

Croce e delizia dei ristoratori. La flute: stetta, slanciata, quasi impossibile da lavare bene a mano, bellissima. Perché esalta le bollicine, perché è elegante, perché fa molto cena di gala. Eppure, dopo aver sostituito la cara vecchia coppa (ricavata, dice la leggenda, dalla forma del seno di Madame de Pompadour e, ad oggi, il modo migliore per gustare i vini dolci aromatici come il Fior D’Arancio dei Colli Euganei) la flute ha conosciuto un lento quanto inevitabile declino.

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Negli ultimi anni, infatti, i calici “versatili” hanno preso il sopravvento. Le enoteche, molte delle quali non hanno la possibilità di procurarsi il bicchiere giusto per ogni occasione, hanno svoltato verso bicchieri che possano esaltare i vini rossi come i bianchi, spumanti inclusi.

Ma se volete buttarvi a capofitto sulle bollicine, ecco i prodotti che potrebbero fare al caso vostro. Sono tutti acquistabili su internet: Google, Amazon e Ebay in questo senso, battono pure il pur onesto negozio di casalinghi sotto casa.

1. C’è chi lo chiama “tulipano” ma anche “tester”. In effetti, può contenere circa 120 cl di IMG_7571vino. Permette infatti di degustare con soddisfazione spumanti Metodo Charmat (fra questi, Prosecco Doc, Valdobbiadene Docg, Durello Lessini, Asti) e metodo classico (Franciacorta, Trento Doc, Alto Adige, Champagne) valorizzandone – senza strafare – perlage e brillantezza. A piccoli sorsi, però. Si consiglia di non usarlo come unico calice della serata. I rossi proprio non ci stanno.

2.  Beh, dall’immagine potete già capire a cosa si adatta questo calice . È un modelloIMG_9898 2 molto versatile. Valorizza il Valdobbiadene Docg, esaltandone i profumi, e si adatta perfettamente anche ai Metodo Classico. Un calice, questo, che non fa sfigurare rosati e bianchi corposi e maturi. E i rossi? Purché siano poco strutturati come la Schiava dell’Alto Adige, sennò meglio il caro vecchio balloon.

3. Sono innamorato di questo calice. Forse non sarà il migliore per esaltare il perlage (anzi, IMG_4523forse i primi due) ma l’eleganza della forma, il taglio del vetro – molto fine – e la lunghezza dello stelo permettono di godersi i Metodo Classico con estrema piacevolezza. I profumi vengono sprigionati verso l’alto con grande vigore e la “bolla” si sente alla grande. Molte enoteche cominciano a tenerlo per servire le bottiglie migliori.  Naturalmente, non si adatta al vino rosso e nemmeno ai bianchi (ad esclusione del Serprino dei Colli Euganei). 

4. Per ultimo lascio il “rivoluzionario“. Devo ammettere che il primo assaggio di spumanteIMG_5045 con questo Etoìle Sparkle (nome del “modello”) mi ha lasciato un po’ interdetto. Eppure questo calice, ideato da Luca Bini, direttore della Casa del Vino della Vallagarina, situata a Isera (TN), presenta ben sette micro-incisioni alla base della coppa che permettono alle bollicine di sprigionarsi in modo tanto ordinato quanto magico.Si adatta ai metodo classico più complessi e forse anche a qualche bianco strutturato. Da evitare i rossi.

Chiudo questa breve carrellata con un pezzo da novanta: l’ombretta. Come sapete, in questi giorni a Treviso si sta svolgendo l’Adunata del Piave. Naturalmente, il bicchiere più in voga sarà il leggendario “goto de vin”:

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E voi come lo bevete il vino? Avete un calice preferito?

A presto!

fv

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