I nostri assaggi a Vulcanei, l’evento dedicato ai vini da suoli vulcanici

Sono opulenti, il degno frutto di quei terreni ricchi di minerali, potassio, fosforo, zolfo e magnesio su tutti. Hanno sentori caratteristici, dagli agrumi al mango, passando per la pesca e il melone. E non solo: godono di una mineralità e di una sapidità fuori dal comune, talvolta ineguagliabile.

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Castello di Lispida

In due parole: vini vulcanici.

O…Vulcanei, come  la manifestazione ospitata dal Castello di Lispida di Monticelli, che fra sabato 12 e lunedì 14 maggio ha radunato produttori e pionieri del nettare di bacco, accumunati dal rapporto con un territorio antichissimo, complesso ma decisamente affascinante.

Insomma, una grande famiglia, quella dei vignaioli “lavici”, destinata a mettere in bottiglia una nuova filosofia del bere.

Il Consorzio Vini Colli Euganei e la Strada del Vino dei Colli Euganei, in questo senso, stanno facendo da traino al movimento, e per farlo nel migliore dei modi hanno puntato su una cornice fantastica come l’antichissima tenuta (che fu il quartier generale del re Vittorio Emanuele III fra il 1918 e il 1919) per promuoverne le migliori etichette, dal Soave al Nerello Mascalese fino ad arrivare ai bianchi di Santorini, una chicca di questa edizione.

IMG_7106Gli assaggi. La Cantina di Gambellara porta un Recioto “Valfonda” che, con i suoi  delicati sentori di uva passita e miele oltre ad una spiccata piacevolezza, si pone come ottima alternativa alle bollicine per la pasticceria. Sui Colli Berici, a Mossano, Pegoraro punta tutto sul Tai, interpretato con un rosso gradevolmente tannico, fresco e tendente alla morbidezza, che colpisce per il finale tra il frutto e le spezie. Corposa, calda e persistente, invece, è la riserva “Rovea”.

Ad Arcugnano, Fattoria Le Vegre produce un Tai Rosso altrettanto interessante, con i suoi frutti rossi e l’ottimo equilibrio percepibile nel sorso, dall’attacco al finale.

Invitante è pure il 100% Garganega frizzante, perfetto per il classico aperitivo nostrano.

Il Lazio, invece, porta una bollicina rosè a base Chardonnay e Pinot Nero: Vigne del Patrimonio, nel viterbese, produce un Metodo Classico, elegante con un ritorno di ribes e fragoline di bosco e un bel floreale ampio. Il sorso è pungente, vivace e votato alla versatilità gastronomica.IMG_7126

“Oro”, della Tenuta Cavalier Pepe (vitigni coda di volpe e fiano), è uno Charmat leggero e delicatamente salino, esile ma allo stesso tempo godibile. Sugli scudi, per le bollicine, pure la Sicilia: alle pendici dell’Etna, a Mascali, La Gelsomina presenta ben due champenoise: Ter de Pri Brut, ottenuto da Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio con 22 mesi sui lieviti, e Ter de Pri rosato (18 mesi). Entrambi spiccano per la freschezza e l’ottima persistenza aromatica. A Santorini, invece, il vitigno assyrtico è unico nel suo genere: grasso, salato e acidulo, fa sentire tutta la brezza marina nel suo salmastro.

Il Rozè del Lago Balaton (Ungheria) di Kali Kovek (50% Pinot Nero, 50% Pinot Noir Kékfrankos) ha un frutto e una mineralità sbalorditivi.
Spiccano pure, fra gli spumanti isolani, pure quelli della Cantina di Mogoro (Oristano), con un Rosè brut (Charmat) che è un trionfo di sapidità.

I Colli Euganei, a Vulcanei, giocano ovviamente in casa.

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Maeli (Baone)
si sta affermando come realtà di spicco nel Moscato Giallo, che sia nella versione Metodo Classico, sia Ancestrale (col fondo), offre risultati eccellenti.

Non c’è soltanto il fruttato caratteristico del vitigno in queste due interpretazioni firmate da Elisa Dilavanzo, Dilà e Dilì, ma anche sentori floreali con una nota balsamica, entrambi apprezzabili per la persistenza gustolfattiva e la freschezza del sorso.

Con il Moscato Giallo sta lavorando bene pure la Tenuta Gambalonga (Cinto Euganeo), che è riuscita a dare a Jelmo un tocco “trentino”, con quella bella tensione tipica dei vini montani. Leggero e pimpante è invece il Serprino spumante, perfetto per un brindisi estivo.IMG_7122

La Garganega sur liè “Martha” di Marco Sambin (Valnogaredo) è molto equilibrata con gli agrumi e le note erbacee che si sposano e si completano.

Degna conclusione della visita gli Antichi Reassi di Francesca Callegaro, un frizzantino di Pinella, che brilla per una parte acida spinta che conferisce una freschezza inebriante e profumi di erbe selvatiche.

Francesco Vigato

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