Non si può certo dire che Contratto, cantina di Canelli (Asti), non abbia storie da raccontare. Basti pensare che il sodalizio piemontese venne fondato nel 1867 da Giuseppe Contratto, tanto da fregiarsi del titolo di più antica azienda produttrice di vini spumanti in Italia.

Nel 1993, Contratto conobbe un cambiamento epocale. Dopo 126 anni di storia, la cantina fu venduta a Carlo Bocchino, che implementò le già bellissime strutture presenti.
In tutto questo si inserisce il nuovo corso dei Metodo Classico di casa Contratto: For England – etichetta creata nel 1930 (con un dosaggio molto basso) per affrontare il mercato inglese, restio ai vini dolcissimi di moda nei primi decenni del secolo scorso – non è più ottenuto dalle ottime uve Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese bensì da quelle più rappresentative (per Contratto, s’intende) dell’Alta Langa, provenienti dalla zona di Bossolasco (Cuneo).

Le vigne di riferimento, allevate secondo i canoni dell’agricoltura biologica, si trovano fra i 600 e gli 800 metri di altitudine, su un terreno di natura marnosa, ricco di argilla e calcare, che in alcune zone presenta venature di sedimenti marini. Il titolare ed enologo aziendale Giorgio Rivetti ha voluto puntare, fra l’altro, su un terroir piuttosto sconosciuto, ma di grande ricchezza e potenziale.

Il Blanc de Noir di Contratto vuole infatti rivelare la struttura e la longevità fornite dalle marne argillose, nonché la mineralità delle zone ricche di sedimenti, oltre a pulizia ed eleganza che devono caratterizzare fortemente le bollicine di For England, fulcro della filosofia enologica di Rivetti.
✅ Il nostro assaggio. Con il suo giallo paglierino brillante, Contratto For England Blanc De Noir (vendemmia 2013, tiraggio luglio 2014, 42 mesi sui lieviti) si esprime subito con un perlage fine e vivace e sentori di crosta di pane con un sottofondo di frutta matura. Il sorso è concreto, elegante con la frutta bianca, il lievito e un finale spiccatamente votato alla mineralità. Da gustare con stuzzichini e tapas per un aperitivo di pregio.
Francesco Vigato