A voler essere precisi, le bollicine trentine rappresentano un piccolo universo. E non soltanto per il “taglio” dato da ogni produttore al proprio spumante, ma anche per la diversità delle zone, ognuna delle quali conferisce ai vitigni di riferimento, Chardonnay e Pinot Nero su tutti, caratteristiche ben precise. In questo senso, la meno conosciuta area dell’Alto Garda garantisce uve sane, fragranza e slancio aromatico.

Nel comprensorio del Garda Trentino, Agraria Riva del Garda è sicuramente una realtà di spicco: la cantina venne fondata nel 1957 e ora vanta circa 280 soci viticoltori (nella parte adibita a frantoio si produce olio di oliva), supportati dai tecnici e dagli enologi messi a disposizione dalla cooperativa per un totale di 33.000 quintali di uve raccolte per la produzione di vini Doc, Igt e, nel caso delle bollicine, Trento Doc.
Ed è proprio di Brezza Riva, lo champenoise di Agraria Riva del Garda – ottenuto da sole uve Chardonnay raccolte da vigneti di medio-alta collina (pergola trentina per i vigneti più vecchi e Guyot per i più giovani) – che vogliamo parlare.
Le uve, conferite integre alla cantina, vengono diraspate e pigiate. Dopodiché segue la pressatura soffice. La fermentazione alcolica, invece, dura circa 7 giorni ed è svolta ad una temperatura controllata compresa fra 16 e 18 °C. Al termine della fermentazione si ottiene il vino base che viene raffreddato e separato dalle fecce, prima della rifermentazione in bottiglia, che segue scrupolosamente il metodo classico.
☑️ L’ Assaggio. Con il suo giallo paglierino scarico con riflessi verdolini, Brezza Riva si fa notare per un naso molto delicato, che a tratti ricorda la mandorla. Il sorso è asciutto, semplice, corretto, con buona piacevolezza e freschezza con un ritorno di frutta, senza eccessi di corpo e un finale di media persistenza. Da provare con un antipasto di mare o con una bruschetta caprese.
Francesco Vigato