Erbusco e Franciacorta, probabilmente, sono una cosa sola.
Deve aver pensato a questo, l’imprenditore bergamasco Paolo Radici quando, nel 1996, decise di stabilirsi nelle vicinanze del centro bresciano, ad Adro, in quella che fu la dimora del genio pianistico Arturo Benedetti Michelangeli, per inseguire il sogno di produrre vino di qualità.

Ronco Calino è il nome della cantina che ha permesso alla famiglia Radici di farsi conoscere dentro e fuori i confini della zona spumantistica lombarda per la coltivazione attenta della vite, il rispetto del terroir e dei tempi della natura, per non parlare della complessità aromatica e della tecnica enologica degli spumanti (ben sei) che vanno ad impreziosire la gamma.
Basti pensare che il Franciacorta Docg Brut di Ronco Calino è fra gli champenoise “base” più apprezzati di tutta la denominazione, anche se è “Centoventi” Extra Brut Riserva 2007, presentato a Vinitaly 2018, a fregiarsi del titolo di “etichetta ammiraglia”, per struttura, ampiezza e freschezza.

La passione del sottoscritto per i “non dosati” ha portato all’assaggio del Nature 2012, prodotto con uve Chardonnay (70%) e Pinot Nero (30%) raccolte nei vigneti “Palazzo” e “Sottobosco” di Calino (Cazzago San Martino), esposti a Nord e Nord Est.
La raccolta avviene a mano, in cassette, con selezione naturale dei grappoli prima della spremitura per una resa di 35 ettolitri di vino per ettaro. Per quanto riguarda la vinificazione, questa avviene attraverso spremitura soffice delle uve intere per estrarre soltanto il mosto fiore mentre la prima fermentazione avviene in vasche di acciaio inox-termocondizionate. Il 35 % della base Chardonnay fermenta in barrique di rovere francese. La presa di spuma si svolge secondo il Metodo Classico nelle cantine interrate dell’azienda con un affinamento di circa 48 mesi prima della sboccatura.

L’assaggio. Il giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli di questo Franciacorta Nature 2012, invita un naso di frutta fresca con ricordi tropicali e balasmici. In bocca fa sentire una bella acidità elegante e una pastosità intrigante con il ritorno di agrumi e frutta fresca già percepito al naso. Il finale è lungo, ai limiti dell’infinito, di grande sapidità. Perfetto con un bel piatto di spaghetti alle vongole veraci del Polesine.
Francesco Vigato