Tenute Lorena Fasoli, la Valpolicella in famiglia

Il mondo del vino, quello raccontato e che siamo soliti vedere sui social, è spesso e volentieri fatto (com’è giusto che sia, per certi versi) da degustazioni gourmet, serate di gala, design, lustrini, gusto e tanto altro. Ma c’è un altro modo di conoscere produttori, territori e realtà: quello di vedere un’azienda come una famiglia e fare sì che le famiglie si incontrino e condividano modi di essere e di fare.
Sabato 27 agosto, prima giornata “piovosa” dopo un anno di siccità, è andata proprio così, anche grazie ad una piccola tradizione che io e Nicola Merotto, produttore di Valdobbiadene Docg a Col San Martino, portiamo avanti ormai da quattro anni: il tour ciclistico “dalle Colline alle Colline” ci ha portato stavolta a conoscere una zona che con le bollicine non c’entra molto, ma che rappresenta comunque la nostra amata Regione in tutta la sua eccellenza: la Valpolicella.

Partiti da Villa Estense, abbiamo percorso 103 km attraverso la Bassa Padovana con i Colli Euganei sullo sfondo e il Basso Veronese, tra frutteti e campi di verze fino ad arrivare a Verona, sotto un diluvio che ricorderemo a lungo. Da Verona poi, siamo saliti verso la Valpolicella, dove ci hanno accolti Lorena Fasoli, Federico Sacchetto e il giovane Ayrton. 

Qui siamo stati accolti come a casa: bagnati fradici, abbiamo potuto completare il nostro giro con un saluto caloroso e un asciugamani.  

Dopo il pranzo all’Osteria PerBacco di Sant’Ambrogio (con degustazione di un ottima bollicina di Sandro De Bruno), siamo tornati alla Tenuta Fasoli per la visita: Federico e Lorena ci hanno raccontato la filosofia aziendale. Una piccola produzione, orgoglio FIVI, 1 ettaro di Valpolicella e un appezzamento sul Monte Baldo, dove viene prodotto un bianco da uve Muller a 980 metri di altitudine.

Rondinella, Corvina e Corvinone, piccole botti di cemento, botti di rovere americano per i blend più pregiati.  A Sant’Ambrogio della Valpolicella (ma i vigneti sono a San Pietro in Cariano e Fumane), Lorena Fasoli produce vini diretti, che non accampano scuse e non inseguono mode. Sono semplici, si esprimono su sentori fruttati mantenendo un filo conduttore che rende la degustazione un vero e proprio percorso. 
Il Valpolicella Classico è affilato, il Classico Superiore esalta sentori di ciliegia e prugna secca. Più rotondo, ma sempre fedele alla linea con la ciliegia in prima linea e una bella speziatura, il Ripasso (rifermentazione sulle fecce dell’Amarone), quest’ultimo vero e proprio cavallo di battaglia aziendale. L’Amarone, più che alla linea generale della Valpolicella (che vuole un vino trionfante nelle sue spinte zuccherine), è fedele al nome. Secco, austero ma elegante. 

Altra chicca il “Bianco” (si legga Muller Thurgau) del Monte Baldo. Preciso, di beva relativamente facile, perfetto per l’abbinamento gastronomico. Non eccede nei profumi, ma non risulta nemmeno banale. Un buon vino. E il vino buono è quello che finisce (e non stento a credere che una bottiglia di questo Muller possa farlo).

Cosa resta di questa giornata? Ottimi assaggi, una bella pedalata in famiglia, una giornata di sensibilizzazione ad un approccio semplice ma sempre amichevole al vino.  Perché quello che conta è sempre e comunque vivere il vino. Perché raccontare, o raccontarla, è decisamente più facile. 

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