La mini-guida dei Vignaioli Indipendenti. Tante (fantastiche) etichette degustate per voi al Mercato FIVI di Piacenza.

I banchetti sono ben apparecchiati. Tutti uguali, precisi, quasi delle bomboniere vinicole. Ogni produttore ha poi la libertà di disporre come vuole le bottiglie e può anche scegliere come valorizzare questa o quella etichetta, magari affiancandoci un album di foto raffiguranti i luoghi simbolo della propria denominazione o un semplice depliant aziendale.  Alle 12 del sabato, giorno di apertura del Mercato dei Vignaioli Indipendenti FIVI c’è già la fila per i carrelli. Ma c’è spazio per tutti nel grande padiglione di Piacenza Expo: per i 501 espositori, per gli addetti ai lavori, per l‘esercito dei calici pronti a degustare. E c’è anche uno spirito di grande amicizia che difficilmente si incontra nelle altre kermesse dedicate al vino. Fra le corsie, infatti, è difficile trovare un produttore che non abbia voglia di spiegare il metodo di produzione dell’etichetta “di punta”, raccontare le difficoltà del lavoro in vigna o condividere un resoconto dell’ultima vendemmia.img_8568

Insomma, c’è (ovviamente, verrebbe da dire) tanto da bere. E ci sono pochi lustrini. Tanta storia e un po’ meno merchandising. Perché così deve essere un evento legato al nettare di bacco. Così e nient’altro. Con il territorio e il lavoro in vigna al centro di tutto, oltre ad una buona dose – lo ripeteremo sempre – di convivialità.

Il viaggio. Entrando nel vivo della visita, immancabile è la scorribanda dagli amici Andrea e Matteo Miotto dell’Azienda Agricola Miotto Valter di Colbertaldo di Vidor (TV): il fiore all’occhiello della produzione è Profondo, un Prosecco di Valdobbiadene rifermentato in bottiglia, come vuole la tradizione. Profondo è rustico, certo, ma gode di un equilibrio invidiabile, unico nel suo genere.

E può invecchiare tranquillamente acquisendo ulteriore eleganza e complessità. Conosciuta per l’ottimo Cartizze (fra i migliori dell’area Valdobbiadene Docg), l’Azienda Agricola Bastìa – Valdobbiadene (TV)di Michele Rebuli, accompagnato dalla moglie Tania, propone Capo degli Onesti, altro “col Fondo” che spicca per croccantezza, mineralità e facilità di beva. E poi c’è il Dosaggio Zero di Mongarda, realtà di Col San Martino (TV), novità firmata dal giovane enologo Martino Tormena. Questo Metodo Classico (vendemmia 2013) è ottenuto da uve Glera (90%) e Bianchetta (10%). Nel calice ci sono i fiori selvatici, la mandorla, gli agrumi e un equilibrio invidiabile. Proseguendo nel nostro viaggio fra le bollicine incontriamo Balter – Rovereto (TN), fra i più noti esponenti del Trentodoc. Clementina e Giacomo ci fanno assaggiare la Riserva 2011, premiata di recente con i Tre bicchieri del Gambero Rosso. Qui Chardonnay e Pinot nero s’incontrano in un profilo di estrema godibilità. Un Trentodoc maturo, pronto ad accaparrarsi un posto nell’Olimpo della spumantistica italiana. Una menzione la merita pure il Gewürztraminer, che parte con un naso profondo, aromatico e fruttato e  prosegue con un sorso bello tosto, senza fronzoli. Una capatina la merita pure Firmino Miotti di Breganze (VI), fuoriclasse del Torcolato – eccellenza del passito – che però ha saputo interpretare con Pedevendo un rarissimo vitigno autoctono vicentino. Con la sua bella acidità e le note di frutta fresca, il frizzante di casa Miotti spicca per leggerezza e disinvolturaHaderburg – Salorno (BZ) è fra i migliori spumantisti dell’Alto Adige. Hausmannhof Riserva è un’esplosione di profumi, con il passaggio in legno che si fa sentire ma senza stancare e un affinamento sui lieviti da vino estremo (96 mesi). Una bollicina, lo diciamo senza timore di smentita, che rasenta la perfezione. L’Amarone della Valpolicella (ottenuto da uve Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara) di Pier Paolo Antolini – Marano di Valpolicella (VR) è una piacevole scoperta di questo mercato FIVI: un vino rosso di livello assoluto, intenso, con l’amarena e le spezie, il cioccolato e i fiori appassiti. Terre di Pietra, con Cristiano Saletti affiancato al banco dalle splendide figlie Anna e Alice, produce un Valpolicella Superiore “Vigna del Peste altrettanto meritevole: avvolgente, corposo ma nitido e con una squisita nota piccante. In bocca “Vigna del Peste”  risulta dinamico e piacevole. Risalendo in Trentino, l’Azienda Agricola Fratelli Pisoni – Pergolese di Lasino (TN) colpisce con il suo Reboro, con i suoi frutti rossi e la grande morbidezza.  Gian Paolo Isabella del Podere il Saliceto – Campogliano (MO), invece, presenta FalistraeMalbolle – rispettivamente Lambrusco di Sorbara Dop Frizzante secco e Malbo gentile in purezza Metodo Classico – che convincono per la facilità di approccio. Non manca la sosta alla Cantina Moser di Trento: gli spumanti Trentodoc  presentati da Carlo e Matteo Moser (51.151 Brut e Moser Rosè) sono già noti e apprezzati, ma il Rieslingcolpisce per il naso fruttato e un sorso dotato di freschezza e sapidità. Lo Chardonnay Cuvee Bois di Les Cretes – Aymavilles (AO) – realtà gestita dalla famiglia valdostana Charrère – è un piacere per il palato: spezie, legno, tanta rotondità e infinita eleganza. Sempre in Valle d’Aosta l’istrionico Ermes Pavese – Morgex (AO) mette a segno un bel colpo con il suo Blanc de Morgex et de la Salle, pepato, floreale, delicatamente fruttato e di una freschezza quasi estrema, come le vette della sua terra. L’Alto Adige si riconferma “patria” dei grandi bianchi con le etichette di Patrick Uccelli – Tenuta Dornach: XY Pinot Blanc è un trionfo di mineralità, succosità e persistenza. Più complesso il Gewürztraminer, colmo di profumi e dal sorso ricercato.  Il ritorno alle bollicine offre un trittico di tutto rispetto: Bellaveder (Trentino), Corte Fusia e Mosnel (Lombardia-Franciacorta). Ma andiamo con ordine: il Brut Nature Riserva di Bellaveder – Località Maso Belvedere – Faedo (TN) – 100% Chardonnay – mostra i muscoli con la sua acidità, ben amalgamata con i frutti tropicali e la cremosità delle bollicine. Altro “Nature” di pregio è quello della franciacortina Mosnel – Camignone (BS), pieno di agrumi, pesca bianca e di grande pulizia.  Corte Fusia – Coccaglio (BS) ha nel sorridente Gigi Nembrini la sua anima, la stessa che dimostra di avere il Brut, autentico biglietto da visita aziendale: piacevolezza e sincerità fanno di questo Franciacorta un prodotto convincente. Tornando in Trentino, Zanotelli – Cembra (TN) trova nel suo Trentodoc For4Neri Brut un degno “re dell’aperitivo”: secco, di struttura ma pur sempre una bollicina di montagna fresca e nitida. Gradevole al palato pure il Metodo Classico Rosè Brut di Pojer e Sandri – Faedo (TN)Ed ecco le ultime cartucce da sparare: si parte dalla Toscana con il Chianti Classico di Vallone di Cecione – Greve in Chianti (FI) – con i frutti di bosco, la ciliegia ed un equilibrio sorprendente fino ad arrivare ai nostri Colli Euganei, con il Refosco di Al Contadin di Gianni Zattarin – Carbonara di Rovolon (PD), che si fa apprezzare per il frutto fresco e fragrante, oltre alla lieve nota erbacea.

Si esce dal Mercato fisicamente provati ma felici. Come dicono da questa parti: scarpe grosse, cervello FIVI. Alla prossima edizione!

Francesco Vigato

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