Sara, Linda e Sabina. Dai nomi di queste tre splendide ragazze, oltre che dalla passione di papà Onorio e mamma Maddalena, è nato il Metodo Classico Salísa, spumante della Val di Cembra firmato da Villa Corniole.

Vigneti terrazzati e sfondi montani disegnano infatti il contorno dell’azienda di Giovo (TN) già conosciuta per i vini fermi (bianchi e rossi) di pregio: d’altra parte, la famiglia Pellegrini, dal Gewürztraminer al Teroldego, da molti anni soddisfa nasi e palati degli amanti delle etichette di montagna, brillando per naturalezza e grande attaccamento al territorio.
Stavolta, però, con lo Chardonnay, gli enologi di casa (fra i quali il giovane Mattia Clementi) hanno voluto eccellere fra remuage e sboccature, con due tipologie di champenoise, Brut e Dosaggio Zero, destinate – parere nostro – a giocare un ruolo da protagoniste nel panorama vinicolo trentino (e non solo).

«La nostra produzione di Metodo Classico è ancora limitata, circa 4000 bottiglie di Brut e un migliaio di Dosaggio Zero» spiega Maddalena Nardin, l’anima di Villa Corniole. «La nostra storia nel mondo delle bollicine è relativamente giovane, visto che la prima vendemmia destinata alla base spumante è stata quella del 2009». Nel giardino dell’Eden dello Chardonnay non si poteva che intraprendere l’avventura della rifermentazione in bottiglia: «Le caratteristiche pedoclimatiche della Val di Cembra sono uniche, dalla conformazione calcarea del terreno all’esposizione a ovest, passando per le correnti fredde provenienti dalla Val di Fiemme. Per non parlare dell’Ora del Garda, vento caldo che accarezza i nostri vigneti fra le tre e le quattro del pomeriggio», prosegue Maddalena Nardin. «Grazie a tutti questi fattori naturali e senza particolari accorgimenti in vigna, riusciamo ad ottenere uve sanissime, mature e caratterizzate dalla giusta acidità, perfette per il Metodo Classico».
Nel mare magnum delle bollicine – mercato in continua ascesa – è fondamentale pure la promozione. «Partecipiamo a vari Festival dedicati al mondo del vino, l’ultimo dei quali a Merano, anche se ultimamente ci stiamo accorgendo che il turismo enologico sta crescendo tantissimo», aggiunge la padrona di casa. «Riceviamo pulmini di appassionati, molti dei quali provenienti dal nord Europa che invitiamo a degustare in una sala dedicata, magari provando ad abbinare i nostri vini alle specialità culinarie».
✅ L’assaggio. Il Trento Salísa Dosaggio Zero è un Blanc de Blanc millesimato (vendemmia 2013), ottenuto da uve Chardonnay raccolte alle pendici del Monte Corona, nel territorio comunale di Giovo (TN). Il giallo brillante evidenzia un perlage piuttosto copioso e vivace. Al naso lo Chardonnay esce fuori in tutta la sua eleganza, con la frutta matura e la crosta di pane, che si fa apprezzare senza risultare pesante, nonostante i 40 mesi di affinamento sui lieviti. Il sorso giganteggia per mineralità, schiettezza e per l’ottima persistenza. Da gustare con antipasti a base di crostacei, ma anche con un trionfo di formaggi stagionati.
Francesco Vigato