Si può produrre un Metodo Classico intrigante, di facile approccio e particolarmente beverino nella terra dei grandi rossi?

La risposta è «certo che sì!». E’ riuscito in questa piccola impresa il viticoltore toscano Riccardo Lepri che, a Manciano, località della provincia di Grosseto, ha tirato fuori dal vitigno più rosso che ci sia, il Sangiovese, uno champenoise sorprendente.
Tanto sorprendente quanto la scelta di Lepri di proseguire la strada del nonno Enos, il primo a credere in un vitigno a bacca bianca, il Sauvignon, in una regione conosciuta in tutto il mondo per i Super Tuscan.

«Non è facilissimo riuscire a farsi conoscere in una terra, la Toscana, resa celebre dai vini rossi», ammette Lepri, che ha iniziato a dedicare la sua vita all’azienda vitivinicola subito dopo la laurea in Economia. «Tuttavia, la composizione del suolo, argilloso e ricco di quarzo e la vicinanza al mare che porta brezze in grado di rinfrescare e asciugare gli acini, vanno a comporre un terroir perfetto per i vini bianchi».
«Ne ho avuto la conferma», prosegue. «in una degustazione che ha visto il nostro Sauvignon giocarsela quasi alla pari con i colleghi friulani». L’ escursione termica fra il giorno e la notte, si sa, è in grado di esaltare l’acidità, punto di partenza imprescindibile per una base spumante. In più, il buon corpo dato dal vitigno Sangiovese è risultato fondamentale per il Montauto Metodo Classico Brut (100% Sangiovese, 24 mesi sui lieviti), apprezzabile per il suo giallo paglierino con riflessi dorati e un naso non particolarmente complesso ma di grande freschezza. In bocca l’acidità si fa sentire preziosa, fragrante, delicata, con un tocco di mirtillo.
Il finale è molto asciutto e invita al rabbocco. Se è vero che il vino buono è quello che piace, Riccardo Lepri può soltanto dire “missione compiuta!”
Francesco Vigato