
Lo ammetto: avrei voluto parlare di tutti i produttori e dei vini degustati nella breve ma intensa visita al Mercato dei Vignaioli FIVI di Piacenza. Ho voluto però fare una piccola selezione di quella che è stata un’edizione da record, come si legge nelle comunicazioni ufficiali, con 24.000 ingressi nella tre giorni e che non ha fatto altro che confermare l’interesse dei winelovers verso la proposta degli 870 vignaioli.
Qualcuno potrebbe dire che Fivi ha probabilmente raggiunto numeri al limite della sua portata, che la sua dimensione “local” è ormai diventata “nazionale” e che forse alcuni assaggi hanno lasciato più interdetti rispetto agli anni passati, quando i vignaioli riempivano a malapena un padiglione con una qualità media altissima.
Ciò che conta è comunque una formula che funziona (stand tutti uguali e nessuna suddivisione territoriale anche se ora leggere la mappa diventa sempre più complicato) e che piace, quella del mercato, della degustazione guidata, dell’entusiasmo di gran parte dei produttori nel raccontare il proprio modo di fare (e di essere) anche con alcune divertenti iniziative di marketing diventate pure virali sui social.
In più, per Vita, Calcio Bollicine – in formazione completa con gli amici della Loggia del Vignale – è stata una bella occasione per salutare tanti amici, dai fratelli Miotto (belli tosti e didattici gli assaggi di Profondo) a Michele e Tania Bastia (alla riscoperta di Introverso, vecchio amore), dal Contadin a Lorena Fasoli.
Di seguito una lista (in ordine sparso) dei migliori vini degustati.
MOSER Muller Thurgau. L’enologo di casa Moser Matteo Moser, sempre cordiale e preciso nelle spiegazioni, non sbaglia un colpo. Un vino preciso, profumato ma non invadente, delicato nel sorso, diretto, verticale. Parliamo di un grande bianco.
KLINGER Trentodoc “Masnen Vingal” Riserva Extra Brut . La famiglia Pilati, a due passi da Trento, stupisce con questa new entry dell’istituto. L’Extra Brut è una bolla ben fatta, pulita, con frutta a polpa bianca e una spalla acida importante. L’eleganza dello Chardonnay incontra la montagna.
KLINGER Nosiola. Pilati piazza anche un’altra etichetta nella speciale classifica di VCB. Un vino dotato di grande sapidità, secco, leggermente aromatico con ricordi speziati e balsamici.
ZANOTELLI For Neri Rosé Trentodoc. Diretto, efficace, estremo. Frutti rossi, acidità, schiettezza per un rosé che si fa ricordare.
SIRO MEROTTO Valdobbiadene Docg Rive di Col San Martino. Il nuovo Rive dell’amico Nicola Merotto, con la sua lunga sosta in autoclave, ha mineralità, freschezza, sapidità e una bolla finissima. Un Prosecco Superiore diverso, nuovo, riconoscibile.
EMILIO VADA Cua Rusa Nebbiolo. Ci sono i fiori ma anche frutti rossi golosi e densi. Secco ma in costante equilibrio.
RONCO CALINO Franciacorta Docg Saten. Con la sua bollicina vellutata, la sua frutta a polpa gialla, la nota vegetale e le spezie, Ronco Calino piazza un Franciacorta come deve essere fatto. La quintessenza dello Chardonnay.
ALESSIO BRANDOLINI Oltrepo Pavese Docg Cruasé. Una bollicina rosé strutturata, corposa e polposa ma ben calibrata. Il Pinot Nero è una bestiaccia. Saperla domare, e pure bene, è affar serio.
BOSIO Franciacorta Docg Brut. Chardonnay e Pinot nero. Eleganza e rotondità, maestria e “classicismo”. Anche qui parliamo di un Franciacorta come dovrebbe essere.
ANTOLINI Valpolicella Classico. Semplice, bello, asciutto, vivace. Un Valpolicella dove esce tutta la bravura e la delicatezza di casa Antolini che porta la Valpolicella in una dimensione familiare ma espressiva.






Ho elencato i miei vini preferiti in questo post: https://wwayne.wordpress.com/2015/12/27/indovina-chi-viene-a-cena/. Ho dei buoni gusti o me ne suggeriresti degli altri?
Mi sembra che a te piacciano molto i vini dolci o amabili. prova un bel Valdobbiadene tipologia dry, Cartizze, un recioto della valpolicella o un brachetto!
Ci hai visto giusto! 🙂 Colgo l’occasione per dirti che mi sono appena iscritto al tuo blog. Grazie mille per la risposta e per i consigli! 🙂