Nei miei 12 anni di degustazioni “trentodocchiste” ho voluto sperimentare grandi espressioni delle bolle trentine, piccole realtà, nuove etichette e vecchie certezze con tanta curiosità e spirito didattico.
Blauen, ultimo nato della Cantina Moser, rientra sicuramente in una categoria inedita, quella delle “nuove certezze”. Nuove perché questo Blanc de Noirs, 100% Pinot Nero allevato sul Dos dei Cedri, collina della val di Cembra posta a 350 metri dove la Dolomia regna sovrana, vuole essere l’ennesima punta di diamante, dopo i già riusciti Trentodoc 51.151, Rosé e Brut Nature della realtà di Gardolo di Mezzo (Tn); “certezze” perché non c’è un vino, bianco, rosso o spumante con la firma dell’ex campione di ciclismo che presenti difetti produttivi, profumi “fuori posto” e grossolanità. Merito sicuramente della dovizia con cui Matteo, enologo di Casa Moser, segue il processo produttivo sin dalla vigna, insieme a Carlo, figlio di Francesco. I ragazzi di casa Moser hanno saputo mettere in bottiglia prodotti precisi, mai banali, forti di una finezza che non può che appassionare sia gli addetti ai lavori che i winelover di primo pelo.
Apro una parentesi: ricordiamoci dei vini di Moser quando ci capita di assaggiare vini con puzze grossolane, fatti passare “bolle naturali” o “alternative”.
Perché la pulizia paga sempre, soprattutto quando si parla di una bollicina che è rimasta 72 mesi sui lieviti, un tempo piuttosto lungo per domare un vitigno scorbutico come il Pinot Nero. I Moser ci sono riusciti: Blauen (che richiama il nome teutonico del Pinot Nero, Blauburgunder) è frutta e roccia, vigna e sale. I profumi sono quelli della mela e delle erbe di campo, il sorso è quello della pietra e della coerenza. Perché il naso richiama il sorso, così come il finale porta a compimento un percorso che più liscio e fresco di così non si può.
Il tutto con un 2015 in etichetta, annata peraltro ottima per le basi spumante trentine.
Difficilmente, nella mia vita, ho assaggiato bollicine con soste importanti sui lieviti in grado di aprire e chiudere il “percorso” senza sbavature.
Tanti complimenti alla Cantina Moser, dunque, per aver portato una ventata di montagna e di coerenza.
VOTO VBC: 9.5/10