Monte Rossa Coupé, quando bollicine e motori si incontrano in Franciacorta

La dolce vita, il fascino di una coupé, un calice di spumante per concludere in bellezza una gita in campagna.

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Monte Rossa

Devono aver pensato a tutto questo dalle parti di Monte Rossa, azienda della Franciacorta situata a Cazzago San Martino (BS) che ha voluto portare la tradizione motoristica nel mondo delle bollicine, proponendo così un Metodo Classico “non dosato” nelle vesti di un’automobile, dall’etichetta (che esalta il nero metallizzato con punti-luce argentati) al nome, passando per il logo, frutto della collaborazione con l’Agenzia Raineri Design Srl.

“Passione, stile e spensieratezza” è il trittico ideale pensato dalla “scuderia” di Emanuele Rabotti, per lanciare un Franciacorta di nicchia, certo, ma di impatto estremo.

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Vigneti in Franciacorta

L’eleganza dello Chardonnay e una punta di Pinot Nero (87,5% vini ottenuti dai migliori cru aziendali, 12,5% vino di riserva) per avere profondità e struttura, la vinificazione in acciaio e in legno e la sosta sui lieviti per oltre 24 mesi, infatti, hanno dato origine ad una bollicina leggiadra, che strizza l’occhio a chi preferisce Franciacorta più ammiccanti e meno seriosi.

Proprio come una coupé, auto tradizionalmente sportiva, slanciata e compressa. Ma il nome di questo Franciacorta Docg non richiama soltanto l’automobilismo ma anche l’arte spumantistica, con quel “coupé”, appunto, che deriva dal verbo francese couper, tradotto “tagliare”, concetto enologicamente legato alla cuvée, la miscela di vini diversi.

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L’assaggio

L’assaggio. Il Monte Rossa “Coupé” potrebbe definirsi – per usare un termine automobilistico – una “variante” ben riuscita della denominazione.Per la sua agilità, al naso e in bocca, con quei sentori floreali spruzzati d’agrume, con il lime in prima fila.In bocca spunta la freschezza acida e un leggero erbaceo, con una bella sapidità nel finale che invita al secondo, ma anche al terzo, sorso. Ne esce un calice sincero (grazie al residuo zuccherino tendente allo zero), facile ma non banale.

Francesco Vigato

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