
Rolle di Cison di Valmarino: un borgo minuscolo, tutelato dal Fondo Ambiente Italiano per la particolarità del paesaggio, attraversato dalla Strada del Prosecco e accarezzato da brezze prealpine. Qui sorge Duca di Dolle, un relais di pregio (già eremo camaldolese nel 1500) gestito dalla famiglia Baccini. Una Tenuta circondata da vigneti, un’oasi di pace per i clienti, provenienti soprattutto dal Nord Europa.
(In passato fu anche la “casa delle feste” di Nino Mura, poeta contadino molto noto, soprannominato proprio “Duca di Rolle”, poi “Duca di Dolle”).

Ma DDD è anche un’ azienda vinicola emergente. Nel 2011, infatti, i Baccini si sono gettati a capofitto nella produzione di Prosecco Superiore, rilevando (dai Bisol) pure un ettaro a Santo Stefano di Valdobbiadene, sulla collina di Cartizze. In un primo momento si era provato ad insistere sulla certificazione biologica, salvo poi iniziare una collaborazione con le Università di Padova e Udine, oltre alla Scuola Enologica di Conegliano per il perfezionamento di un protocollo interno volto a rispettare la vigna riducendo al minimo l’uso della chimica. Perché, come sostiene Andrea Baccini «come non si può dare la stessa bistecca a un uomo di 50 anni e a un bambino di 2, lo stesso trattamento non può essere effettuato su vigneti di età differenti e con caratteristiche altrettanto diverse». Ora Duca di Dolle si avvale di un gruppo di giovani studiosi e della consulenza di Emanuele Serafin, enologo molto noto dalle parti di Valdobbiadene.
Ma torniamo al Cartizze: Duca di Dolle produce due etichette – Brut ed Extra Dry – della punta della piramide del Valdobbiadene DOCG.

Le si può considerare quasi un’eccezione nel panorama spumantistico della zona, un prodotto che ha attirato l’attenzione dei consumatori negli ultimissimi anni, più abituati ad un Cartizze cremoso e amabile come il Dry.

La versione Brut (5 grammi di residuo zuccherino), assaggiata all’aperitivo, tuttavia, ha stupito per la sua precisione: assaggio lungo, intenso, un bollicina elegante ed equilibrata. Definiti e quasi prevalenti i sentori agrumati. Consigliato per sashimi e capesante gratinate. Insomma, da provare!
Francesco Vigato