«Il Franciacorta è un vino quotidiano. Provare per credere!». Gianluigi Vimercati racconta la sfida di Al Rocol

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I fratelli Vimercati

Trecentosessanta gradi di Franciacorta. No, non è uno slogan perché nell’universo vinicolo del metodo classico bresciano, Al Rocol  non solo si pone come produttore di vini di qualità, ma anche come vera e propria esperienza culturale ed enogastronomica. Una scelta insolita nella Franciacorta, portata avanti con estrema tenacia da Gianluigi Vimercati che da 25 anni gestisce l’azienda voluta dal padre Giovanni (appassionato di viticoltura) con la sorella Francesca.

«Puntiamo sull’accoglienza in cantina e sulla qualità del nostro agriturismo per presentare il Franciacorta Docg», spiega proprio Gianluigi Vimercati. «Vogliamo offrire ai nostri visitatori un’esperienza a 360 gradi, abbinando i nostri vini alle specialità del territorio».

A Ome, piccolo centro della provincia di Brescia, l’Agriturismo Al Rocol spazia dai “casonsei” ripieni di carne alle tagliatelle con funghi porcini alle sale meeting, dalle passeggiate in vigneto alle degustazioni guidate.

«I dati sulla crescita di questo tipo di turismo legato al territorio e alle sue specialità ci stanno dando

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La cantina di Al Rocol

ragione», prosegue Vimercati. «Tant’è che, per i nostri vini, non ci serviamo di agenti, circuiti di vendita o contatti con l’estero ed è quasi impossibile trovarli nei negozi o nelle enoteche». «In più, grazie alla visita della cantina e al vigneto riusciamo a far capire meglio le caratteristiche del territorio e le differenze fra le varie etichette». Varie etichette, appunto. I Franciacorta Docg di casa Vimercati sono quattro: il versatile Ca’ del Luf, il Dosaggio Zero “Castellini” Millesimato, il Brut Rosè “Le Rive” e il Satèn “Martignac” Millesimato.

fullsizeoutput_104cIMG_1552 «Il Franciacorta può essere bevuto tutti i giorni e, nelle sue varie interpretazioni, può adattarsi a moltissime pietanze. Per esempio, vedo bene il nostro Brut, fresco e beverino, con un piatto di bigoli e pecorino, mentre il Dosaggio Zero si può abbinare a un piatto di carne».

Ed è proprio il Dosaggio Zero “Castellini” a colpire (oltre a un “Ca’ del Luf” vigoroso e dinamico e a un “Martignac” altrettanto piacevole): 100 % Chardonnay, naso che richiama i lieviti e leggerissime note agrumate e di fiori bianchi. Un Franciacorta molto diretto, dotato di un buon equilibrio fra acidità e sapidità.

Francesco Vigato

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