«Dal finger food ai pesci più “grassi” godiamoci un buon Trentodoc». Parola di Chiara Simoni di Cantine Monfort, realtà vinicola di Lavis (TN).

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Chiara Simoni

Verticalità e freschezza. Sono queste le caratteristiche fondamentali delle bollicine di montagna per eccellenza: le Trentodoc, appunto. Nel panorama della spumantistica italiana il Trentino è riuscito a ricavarsi un posto al sole grazie a vini di assoluta qualità e capaci di sostenere, senza alcun tipo di timore reverenziale (nei confronti di denominazioni più o meno vicine), cene di gala ma anche semplici aperitivi casalinghi.

 

Cantine Monfort di Lavis (Tn), azienda gestita dalla famiglia di Lorenzo Simoni, è riuscita a promuovere le proprie etichette sfruttando le nuove frontiere dell’enogastronomia: dal finger food agli antipasti  ricercati che profumano di “aperitivo lungo”, passando per le ricette più esclusive a base di pesce.

«Abbiamo ospitato nelle nostre sale un evento come Trentodoc & Fish», continua Chiara Simoni, assistente amministrativo e commerciale dell’azienda. «L’equilibrio tra freschezza e acidità che, fra l’altro, è tra gli aspetti più interessanti dei nostri spumanti Trentodoc, si sposa con piatti a base di pesce. Per le degustazioni, per esempio, sono stati scelti pesci più grassi, proprio perché esaltano quelle che sono le caratteristiche migliori delle nostre bollicine oltre che per dimostrare agli ospiti che questi vini lasciano la bocca pulita (e appagata, ndr)».

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Gli spumanti di Cantine Monfort

Anche perché, come conferma la stessa Chiara Simoni, gli spumanti metodo classico (trentini) stanno vivendo una rivoluzione (o seconda giovinezza): «Negli ultimi 20 anni si è verificato un forte cambiamento nei gusti dei consumatori», spiega. «Lo spumante, che una volta veniva considerato un fine pasto o semplicemente “da occasione”, non solo è diventato il vino preferito per l’aperitivo, ma anche per cene e pranzi interi». «Le varie tipologie, dal Brut al Rosè senza dimenticare la Riserva (vendemmia 2011, ndr), permettono un’ampia gamma di abbinamenti».

 

Sì, perché le etichette di Cantine Monfort, oltre a dire la loro con i piatti della tradizione, raccontano una storia iniziata nel 1945: «L’azienda è stata fondata dal mio bisnonno con i figli, dapprima vinificando uve proprie per produrre vino sfuso e in seguito per produrre e commercializzare quello in bottiglia. Nel 1985 è arrivato pure il primo spumante, una sorta di antenato degli attuali Trentodoc». Manco a dirlo, con un forte legame con il territorio: «I nostri vigneti di Chardonnay e Pinot Nero » aggiunge Chiara Simoni, «si trovano nella Val di Cembra e nella Valsugana, con altitudini fra i 500 e i 700 metri, ideali per la produzione di vino spumante».

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La degustazione. Abbiamo assaggiato il Cantine Monfort Brut (100% Chardonnay, 24 mesi sui lieviti). Un vino esuberante, che mostra subito, senza troppi giri di parole, la sua grande personalità. Fresco, equilibrato, con una bollicina bella croccante e spiccatamente minerale nel finale.

 

Si può abbinare ad un piatto della tradizione veneta come polenta abbrustolita con olio Evo dei Colli Euganei, aringhe e fichi secchi oppure ad antipasti a base di pesce.

Francesco Vigato

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