«Il nostro Dom Jurosa dalla burrata alla frittura di pesce». La potenza e gli abbinamenti del Metodo Classico friulano di Alvaro Pecorari, enologo e proprietario dell’Azienda Lis Neris

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Cantina Lis Neris

Tosti, arcigni, minerali. I vini friulani, lo vuole la tradizione, sono rappresentativi di una regione e di un popolo che mettono d’accordo mare, pianura e  montagna,  Nord, Est e Sud Europa, con rigore ma anche estrema naturalezza.
I vini di Lis Neris, azienda di San Lorenzo Isontino (GO) non sono da meno. La tenuta della famiglia Pecorari, con i suoi 70 ettari di vite piantate tra il confine sloveno e la riva destra del fiume Isonzo, può vantare condizioni climatiche e morfologiche (del terreno) ideali: ci sono infatti i “claps“, ciottoli superficiali che incamerano calore durante il giorno e lo rilasciano durante la notte aiutando la maturazione delle uve e venti provenienti da Nord-est che provocano escursioni termiche tali da favorire la concentrazione aromatica e il bilanciamento degli acidi.

Proprio su un altopiano ghiaioso calcareo (circa a 60 metri sul livello del mare) viene allevato lo Chardonnay che, vinificato in purezza, dà origine a Dom Jurosa, una suggestione piuttosto recente di casa Lis Neris.

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Alvaro Pecorari

«Ci occupiamo di Metodo Classico da poco tempo», spiega Alvaro Pecorari, enologo e proprietario. «Tant’è vero che la prima annata è stata la 2008. All’inizio si è ritenuta la versione Brut la più agevole per introdurci al consumatore ma il tempo ci ha fatto spingere pure verso l’Extra Brut, più vicino al nostro potenziale e allo stile aziendale». Lis Neris punta tutto sullo Chardonnay e, dunque, sul potenziale dei “Blanc de Blancs”: «Lo Chardonnay su plateau glaciali della riva destra del Fiume Isonzo ha dato dimostrazione di grande potenza e corposità integrata con grande finezza sapida», prosegue Pecorari. «Ovviamente, ci siamo presi degli accorgimenti in vigna, producendo “il giusto” e con una gestione sapiente della parete vegetativa a seconda dell’annata e in cantina con una applicazione “scolastica” del Metodo Champenoise».

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Dom Jurosa Brut, il nostro assaggio

Intrigante e innovativa la possibilità di abbinamento di Dom Jurosa: «Entrambe le versioni, Brut ed Extra Brut, non hanno bisogno di abbinamenti esagerati», chiude il produttore goriziano. «Per il Brut è interessante l’accostamento con una burrata e acciughe del Mar Cantabrico, per l’Extra Brut la perfezione sono un piatto di uova biologiche, leggermente strapazzate con una grattugiata di tartufo nero. Per quanto riguarda gli accostamenti ai piatti regionali, Dom Jurosa è da provare con una frittura di pesce di Grado o con i salumi friulani».

✅ L’assaggio. Con il suo giallo brillante e dorato e il perlage molto fine, il Metodo Classico Brut Dom Jurosa non si risparmia nelle note floreali che assecondano i lieviti, spiccando il volo con la sua forte mineralità. In bocca è ricco, pieno, tosto e molto persistente. Lo abbiamo abbinato a crostini con mousse di formaggio, salmone affumicato, erba cipollina, pepe rosa e insalata di polpo.

 

Francesco Vigato

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