Il Prosecco Superiore, com’è noto, si identifica con la denominazione Conegliano Valdobbiadene Docg. Un terroir unico, fra pendii, colline e “Rive” che si estende alle pendici delle Prealpi. Insomma, una zona piuttosto ampia che raggruppa terreni, microclimi e dinamiche differenti, a volte (quasi) agli antipodi.

Tali differenze sono sconosciute a nasi e palati meno esperti. Proprio per questo motivo abbiamo voluto snocciolarle con l’aiuto di Filippo Zardetto, vicepresidente di Zardetto Spumanti, nota realtà vinicola di Conegliano (TV). «Fra i territori di Valdobbiadene e Conegliano ci sono differenze piuttosto rilevanti», spiega Zardetto. «Se – volendo fare una suddivisione sommaria – le colline di Valdobbiadene sono originate dal sollevamento dei fondali con suoli, dunque, di origine marina fra marne e arenarie (e una forte esposizione a sud, ndr), la zona di Conegliano, che è più recente, è stata formata dai detriti del ghiacciaio del Piave, comportando così la presenza di zolfo, manganese, ferro e argilla». Il tutto incide sulle uve che, abbracciate da venti, esposizioni ed escursioni termiche del tutto peculiari, danno poi origine a vini caratteristici: «I Valdobbiadene sono più fini al naso, fruttati e delicati, i Conegliano sono strutturati, austeri e con un finale più lungo. Tant’è vero che la zona di Conegliano è più vocata per la tipologia Brut, con un residuo zuccherino più basso rispetto al tradizionale Extra Dry o Dry».
E poi ci sono le “Rive”: «Rappresentano una sorta di cru per la Conegliano-Valdobbiadene», precisa Filippo Zardetto. «Il fatto che vengano chiamate in questo modo per indicare terreni posti in terreni scoscesi è soltanto un punto di partenza. Gli spumanti “Rive”, in particolare, nascono per raccontare le differenze fra varie località che non ci sono, come abbiamo visto, soltanto fra le due “macro-zone” ma anche fra vigneti situati a distanza di pochissime centinaia di metri». Sulle rive di Ogliano, piccola frazione alle porte di Conegliano, c’è il vigneto Tre Venti, nel quale Zardetto vendemmia le uve destinate all’omonimo spumante: «Dal terreno di origine morenica di Ogliano otteniamo uve particolarmente sane, anche grazie all’azione dei venti provenienti da tre direzioni che (di notte) asciugano i grappoli. Teniamo particolarmente a questa etichetta, fortemente rappresentativa della nostra filosofia aziendale».

✅ L’assaggio. Tre Venti Brut (vendemmia 2016) si presenta di un giallo paglierino brillante. Al naso presenta sentori di mela e pera tipici del vitigno Glera ma anche apprezzabili note agrumate. Il sorso è pieno, vellutato con un ricordo di spezie. In finale è cremoso e appagante. Da gustare con un bel piatto di triglie alla pizzaiola.
Francesco Vigato