Non c’è che dire: il Valdobbiadene Docg sta vivendo una seconda giovinezza.
Un po’ perché, grazie all’attenzione riposta dai consumatori e dagli addetti ai lavori nei confronti della denominazione (o, più in generale, nel “mondo Prosecco”, quello buono però!), i produttori si stanno spingendo verso la ricerca di spumanti fortemente identificativi e, dall’altro lato, perché la scelta di puntare su etichette con residui zuccherini più bassi (inferiori dunque agli 8 g/l) ha permesso di evidenziare ed esaltare la poliedricità del Prosecco Superiore, complice anche – inutile negarlo – un mercato che richiede bollicine più “secche” rispetto al (recente) passato.
Ecco perché sta diventando sempre più facile trovare Valdobbiadene nella tipologia “Brut” se non addirittura “Brut Nature” (residuo zuccherino pari a 0 g/l), soprattutto per quanto concerne i “cru” aziendali.
A dirla tutta, il Prosecco “Brut” nasce da un’intuizione di Giuliano Bortolomiol, fondatore della nota azienda di Valdobbiadene, il primo a ottenere – nel 1967 – un Prosecco votato alla pienezza del sorso ed a note più acidule.
La Grande Cuvée del Fondatore “Motus Vitae”, a mio parere la migliore etichetta di casa Bortolomiol con il “Brut” Biologico “Ius Naturae”, è uno spumante ottenuto dalle uve Glera delle Rive di San Pietro di Barbozza, fra i territori più vocati della denominazione.
Particolarità di questa Cuvée (che ha ottenuto i “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso) è la seconda rifermentazione ottenuta con il Metodo Charmat “lungo”, con un lungo riposo sui lieviti per oltre 10 mesi e un affinamento in bottiglia di circa 3.
Abbiamo avuto la possibilità di assaggiare la nuova annata di questo spumante (vendemmia 2016) appena lanciata sul mercato.
E per un ricavare il meglio dalla degustazione abbiamo utilizzato il calice Riedel “Prosecco Superiore”, creato dall’azienda austriaca specializzata in bicchieri di cristallo in collaborazione con il Consorzio per la tutela del Prosecco Superiore per percepire al meglio le caratteristiche delle bollicine trevigiane. Dotato di stelo lungo e di un bevante “a diamante”, disegnato appositamente per la percezione dei sentori e l’esaltazione del perlage, il Vinum Extreme Prosecco Superiore si è rivelato una piacevole scoperta e un modo intrigante di apprezzare il Valdobbiadene.
L’assaggio. Con il suo giallo paglierino scarico e il perlage fine, il Bortolomiol Motus Vitae si presenta con un naso sottile, che prelude ad un sorso secco, dinamico e particolarmente pulito. Ci sono sentori di fiori bianchi ma anche di frutta matura con un finale armonico e di grande freschezza. Da gustare con bel crostino di baccalà mantecato.
Francesco Vigato