Dalla Piana Rotaliana alle alte colline della Val di Non e della Val di Cembra, alla ricerca del perfetto equilibrio fra eleganza e bevibilità.

C’è un fil rouge, l’equilibrio appunto, che lega i due Trentodoc di Cantina Rotaliana, realtà di Mezzolombardo, dove Chardonnay e Pinot Nero rafforzano il proprio connubio negli 80 anni di storia di questa giovane cantina sociale, composta da soci di lunga data e contadini per passione.
D’altra parte non è facile riuscire, in realtà sulla carta variegate, ottenere vini di altissimo profilo con un’identità ben definita e un obiettivo, quello di raggiungere tutti i tipi di consumatore, dall’avventore al professionista, dal consumatore medio al wine lover.
Così come non è facile mantenere vivo, fresco e beverino, dopo 80 mesi di sosta sui lieviti, un Brut Riserva 2011, con note tropicali e tostate, ma un’acidità e una facilità di approccio he solo la maestria enologica e una grande capacità di sintesi possono conferire.

Nel Brut Riserva 2011 troviamo tutta la sontusità dello Chardonnay, re delle basi spumante e la spensierata complessità del Pinot Nero.
Sembra scontato che da questi due vitigni escano sempre grandi spumanti, soprattutto nelle zone con caratteristiche pedoclimatiche ideali, dal Trentino alla Champagne. Sta di fatto che il lavoro svolto dall’enologo Leonardo Pilati è stato semplicemente fenomenale.
Sia in R Extra Brut (100% Chardonnay) che in R Riserva (circa 70% Chardonnay e 30 % Pinot Nero) troviamo una bollicina netta, con una direzione ben precisa, una sorta di “cecchino” nella sua coerente eleganza. C’è tutto quello che ci dovrebbe essere in un grande spumante, costi quel che costi. La frutta matura, l’agrume, la nota tropicale, la mandorla, il pan brioche.
Stupisce, in R Extra Brut, la croccantezza bolla animata dal basso residuo zuccherino (5,40 g/l) così come non pesano gli 80 mesi del Brut Riserva 2011, annata che riconferma, ancora una volta – e a 9 anni di distanza – la regina del decennio (con il 2013).
Due prodotti di pregio assoluto, che meritano l’assaggio, perfetti sia con i piatti della tradizione Veneta e Trentina (bigoli in salsa, ma anche canederli ai formaggi del Primiero o pesce crudo.
