
Noi amanti delle bollicine, si sa, siamo abituati a bazzicare fra i saliscendi della Franciacorta e le asperità del Trentino Alto Adige, fra le dolcezze di Valdobbiadene e il verde dell’Alta Langa. Più difficile è invece sentir parlare di grandi spumanti della Valle d’Aosta, regione che, negli ultimi anni, si sta affermando anche nella produzione di Metodo Classico.

Alle pendici delle montagne valdostane è infatti possibile trovare vigneti che prediligono vitigni autoctoni ma anche i più tradizionali Chardonnay e Pinot Nero.
Il resto del lavoro lo fanno i grandi cantinieri del posto, con una maestria riconosciuta e scelte ben precise per lanciare sul mercato bollicine di assoluto pregio.
In casa Grosjean il vino è tradizione. La cantina, gestita da cinque fratelli, sorge a Ollignan, Quart. Dieci ettari che dal 1969 riescono a dare vita a produzioni amatissime dapprima dai wine lovers e più recentemente, dagli amanti dell’aperitivo di qualità.
Fra queste spicca Montmary Rosé, un vino che esprime e rappresenta la montagna, direttamente dai 2815 metri della vetta che domina la valle circostante.

“Il nostro Rosé è composto da un 50% di Pinot Noir ed un 50% di chardonnay, coltivato in montagna”, fanno sapere dall’azienda. “Le spiccate caratteristiche di frutti rossi del pinot noir e la mineralità del prodotto lo rendono unico”. Curiosa la sosta di 15 mesi sui lieviti, in controtendenza rispetto ad altre denominazioni, sempre più propense ad un lungo riposto: “La sosta non troppo prolungata sui lieviti è voluta, parte dal desiderio di preservare la freschezza e l’austerità del prodotto affinché la sua beva richiami le pendici della montagna”.
Buona maturazione delle uve, esaltazione dei varietali con una buona naturalezza data dal clima favorevole alla coltivazione , oltre a una spiccata mineralità con grande potenziale d’invecchiamento: sono queste le caratteristiche conferite dal terroir valdostano ai vini di Grosjean. “La luminosità dei vini valdostani si apprezza al giorno d’oggi in un panorama internazionale”, spiegano i Grosjean. “Nel mondo si cerca meno struttura e spessore ma più profumi e autenticità”.
Montmary Rosé Extra Brut, con il suo rosato brillante, esprime tutto il frutto del Pinot Nero e una delicata vinosità. Una bollicina finissima, che in bocca esprime grande freschezza con un finale sapido e intrigante.
Un commento a questo vino? Ne parlo spesso con gli amici vignaioli. Ci sono vini tecnici, ben fatti, che danno soddisfazione. E poi ci sono vini emozionali, altrettanto ineccepibili, ma che entrano nel cuore e ti fanno immaginare il vigneto, la cantina e ti trasportano nei luoghi in cui, quotidianamente, si lavora per mettere in bottiglia quell’emozione.
Montmary è – semplicemente – un vino emozionale!