Il Franciacorta di Enrico Gatti: un Millesimo che vale la consacrazione.

Lorenzo Gatti è un purista. E, nella Franciacorta di oggi, dove marketing e lustrini si prendono (talvolta giustamente) le prime pagine, è bello pure trovare un wine-maker senza fronzoli

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Lorenzo Gatti

L’azienda di riferimento è, ovviamente, Enrico Gatti, fra le realtà che, soprattutto negli ultimi anni, sono riuscite a farsi largo nel mare magnum della zona spumantistica bresciana. «Io, mio cognato Enzo e Nicolò Balzarini ci occupiamo della cantina», spiega Gatti, che con la sorella Paola gestisce l’azienda fondata dal padre. «Cerchiamo di produrre un Franciacorta che sia fedele al territorio che – bisogna dirlo – non è come la Champagne. A volte si tendono a fare dei paragoni, ma la verità è che, qui ad Erbusco, il calcare, quello che conferisce mineralità e sapidità uniche ai vini francesi, non c’è, se non in concentrazioni bassissime». Il lavoro in cantina, oltre ad una viticoltura attenta, diventa dunque fondamentale per ottenere bollicine fini ed eleganti: «Siamo stati fra i primi a puntare sui vini poco dosati (dunque, senza alcuna spinta sulla liqueur)» prosegue, «Inoltre, ci concentriamo sull’assemblaggio delle basi provenienti dai vari vigneti, ognuna con caratteristiche differenti e in grado di dare una sua impronta al prodotto finale».

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La cantina

Lorenzo ha grande passione: lo si intuisce dal continuo intreccio fra concetti tecnici e vita vissuta, filosofia vinicola e piacere di dare un prodotto che sia elegante ma di facile approccio «perché vogliamo che i nostri spumanti non stanchino dopo il primo calice, come invece spesso accade quando si vuole estremizzare o standardizzare troppo».

29063724_441783189609704_9170323736726611707_oIn effetti, il Millesimato Nature 2011 (uve Chardonnay 85% e Pinot Nero 15%, 48 mesi sui lieviti) è semplicemente un capolavoro, con il suo perlage arrembante e queste note di agrumi che sposano i ricordi di crosta di pane. C’è anche un po’ di nocciola e di gesso nel sorso che è sorprendentemente fresco e armonico, con un finale di ottima persistenza. Da gustare con una frittura di calamaretti.

Francesco Vigato

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