«Il Cartizze è territorio, microclima e…spiccata eleganza». Abbiamo parlato del Prosecco Superiore di Cartizze con Michele Rebuli dell’ Azienda Agricola Bastia di Valdobbiadene (TV).

Il Cartizze, pardon!, il Prosecco Superiore di Cartizze: nell’ immaginario collettivo, il cru della Valdobbiadene Docg. Nei fatti, uno spumante talvolta bistrattato da una frangia di degustatori “integralisti” (e detrattori del Prosecco a priori, senza le doverose distinzioni fra Docg e Doc, Conegliano-Valdobbiadene e pianura), per un prezzo IT-Rebuli-Cartizze-418x628che, talvolta, lo avvicina ai Metodo Classico.

Ma Cartizze non è soltanto la massima elevazione del Valdobbiadene bensì una piccolissima area di circa 107 ettari (di vigneto, ovviamente), compresa tra le colline di Santo Stefano, Saccol e San Pietro di Barbozza, frazioni di Valdobbiadene. Insomma, una “limited edition”!

Proprio in questa zona – che si presta alla viticoltura “eroica” – il microclima e l’uva Glera danno vita a una sinergia perfetta. Assoluta.

E lungo la via di Saccol c’è un produttore, Michele Rebuli dell’Azienda Agricola Bastìa, che è riuscito a interpretare al meglio il Prosecco Superiore di Cartizze grazie al lavoro in vigna e alle pendenze del Col Maset. Delicata aromaticità, fiori, frutta bianca: sono queste le caratteristiche del Valdobbiadene Superiore di Cartizze, che ritroviamo nelle bollicine di Bastìa.

Con Michele Rebuli abbiamo parlato proprio di questo vino. Vediamo cosa ci ha raccontato …

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Michele Rebuli

Michele Rebuli, cosa rende le uve della zona Cartizze così speciali?

«In primis il terreno. E per terreno intendo la costituzione chimico/fisica. La zona di Cartizze, infatti, è un’alternanza di Morene di origine glaciale, di Arenarie e di Argille che lo rendono un terreno unico nel suo genere. In secondo luogo il microclima, dato dall’esposizione quasi prevalentemente a Sud e da una costante ventilazione. Mi sento anche di aggiungere l’età media delle piante, essendo una zona storica dove la vite è presente da “sempre” l’età media dei vigneti in Cartizze credo superi di gran lunga il mezzo secolo»

Per quale motivo il Cartizze viene prodotto soprattutto nella tipologia “Dry” (residuo zuccherino intorno ai 21-25 g/l) ?

«Si vuole riportare in bottiglia una delle caratteristiche che la differenziano dall’uva- Prosecco cioè la gradazione zuccherina. L’uva-Cartizze raggiunge una gradazione zuccherina più elevata rispetto ad altre zone e riportandola nella bottiglia come residuo zuccherino si esaltano l’eleganza e la complessità aromatica»

La produzione del Cartizze richiede attenzioni particolari in vigna o in fase di vendemmia, vinificazione o spumantizzazione ?

11942111_908607709207844_3906559598255054961_o«Non ne ha bisogno.Essendo una differenza data dal territorio e non dall’uomo tutto quello che noi produttori e/o vinificatori dobbiamo fare è di non rovinare questa sua superiorità»

Come si può valorizzare la punta della piramide del Valdobbiadene Docg? Su quali caratteristiche di questo spumante si deve puntare per valorizzare il brand Cartizze?

«Il Cartizze è il “cru” del Valdobbiadene DOCG, un diamante incastonato tra queste meravigliose colline di Valdobbiadene dove il vitigno “Glera” riesce ad esaltarne le caratteristiche ed a distinguersi per eleganza, finezza e una morbidezza setosa uniche al palato»

Chiudiamo con gli abbinamenti: un aperitivo a base di Cartizze si può? Se sì, con che piatti?

«Direi proprio di sì! Iniziando con dei piccoli antipasti di pesce , molluschi appena scottati e crostacei oppure se si preferisce mantenersi nel territorio con della sopressa trevigiana, per poi passare a un abbinamento con una cucina semplice a base di erbe spontanee, magari preparate con un risotto o con delle frittate. Oppure abbinarlo a dei formaggi freschi, con delle focacce, panettoni non dolci, crostate. Insomma, tutto ciò che rispetta il suo elegante equilibrio».Mappa-Prosecco-Superiore

E voi, conoscevate il Valdobbiadene Superiore di Cartizze?

A presto!

FV

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